Tina Modotti

9.7.15 Unknown 0 Comments




Tina Modotti, sorella, non dormi, no, non dormi: 
forse il tuo cuore sente crescere la rosa 
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la rosa nuova.
Riposa dolcemente, sorella.

La nuova rosa è tua, tua è la nuova terra:
ti sei messa un nuovo vestito di seme profondo
e il tuo soave silenzio si colma di radici.
Non dormirai invano, sorella.



Puro è il tuo dolce nome, pura è la tua fragile vita: 
d'ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma; 
d'acciaio, linea, polline, si costruì la tua ferrea,
esile struttura.

Lo sciacallo sul tuo prezioso corpo addormentato
protende la penna e l'anima insanguinate 
come se tu potessi, sorella, levarti
sorridendo al di sopra del fango.


Nella mia patria ti porto perché non ti sfiorino
nella mia patria di neve perché alla tua purezza 
non giunga l'assassino, né lo sciacallo, né il venduto:
laggiù starai in pace.

Lo senti quel passo, un passo pieno di passi, qualcosa
di grandioso che viene dalla steppa, dal Don, dal freddo?
Lo senti quel passo fiero di soldato sulla neve?
Sorella, sono i tuoi passi.



E passeranno un giorno dalla tua piccola tomba 
prima che le rose di ieri appassiscano; 
passeranno per vedere quelli di un giorno, domani,
dove stia ardendo il tuo silenzio.

Un mondo marcia verso dove andavi tu, sorella. 
Ogni giorno cantano i canti delle tue labbra 
sulle labbra del popolo glorioso che tu amavi.
Col tuo cuore valoroso.


Nei vecchi focolari della tua patria, sulle strade 
polverose, una parola passa di bocca in bocca 
qualcosa riaccende la fiamma delle tue adorate genti,
qualcosa si sveglia e comincia a cantare.

Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il nome tuo 
noi che da ogni luogo delle acque e della terra 
col tuo nome altri nomi taciamo e pronunciamo.
Perché il fuoco non muore.
(Pablo Neruda )


Worker's Hands - 


 Roses, Mexico 



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